
La pressione bassa in gravidanza è un fenomeno abbastanza comune, che può colpire soprattutto nel primo e nel secondo trimestre. Si tratta di una condizione fisiologica, dovuta ai cambiamenti ormonali e circolatori che avvengono durante la gestazione, e che di solito non comporta rischi per la salute della mamma e del bambino. Tuttavia, la pressione bassa in gravidanza può causare alcuni sintomi fastidiosi, come stanchezza, vertigini, svenimenti, nausea e visione offuscata. Questi sintomi possono interferire con la qualità della vita della futura mamma e richiedere alcuni accorgimenti per prevenirli o alleviarli.
In questo articolo vedremo quali sono le cause della pressione bassa in gravidanza, come si misura la pressione arteriosa, quali sono i valori normali e quali sono i rimedi naturali per gestire l’ipotensione in modo sicuro ed efficace.
Cause della pressione bassa in gravidanza
La pressione arteriosa è la forza che il sangue esercita contro le pareti dei vasi sanguigni quando viene pompato dal cuore. La pressione arteriosa si misura in millimetri di mercurio (mmHg) e si esprime con due valori: il primo è la pressione sistolica o massima, che corrisponde alla fase di contrazione del cuore; il secondo è la pressione diastolica o minima, che corrisponde alla fase di rilassamento del cuore.
In genere, si considera normale una pressione arteriosa inferiore a 120/80 mmHg. Si parla invece di pressione bassa o ipotensione quando i valori sono inferiori a 90/60 mmHg.
La pressione bassa in gravidanza è dovuta principalmente all’azione del progesterone, un ormone che aumenta durante la gestazione e che ha il compito di rilassare la muscolatura dei vasi sanguigni per favorire l’afflusso di sangue alla placenta e al feto. Questo effetto, però, ha anche la conseguenza di ridurre la resistenza dei vasi sanguigni e di abbassare la pressione arteriosa della mamma.
La pressione bassa in gravidanza si manifesta soprattutto nelle prime 24 settimane, quando il volume di sangue circolante aumenta del 40-50% rispetto al normale. In seguito, il sistema cardiovascolare si adatta alla nuova situazione e la pressione arteriosa tende a stabilizzarsi.
Altre cause che possono contribuire all’abbassamento della pressione in gravidanza sono:
- il caldo eccessivo, che provoca vasodilatazione e sudorazione
- la disidratazione, che riduce il volume di sangue circolante
- l’anemia, che diminuisce il numero di globuli rossi e l’ossigenazione dei tessuti
- alcune malattie o infezioni, che possono alterare il bilancio idroelettrolitico o il funzionamento del cuore
- alcuni farmaci, come i diuretici o gli antipertensivi, che possono avere come effetto collaterale l’ipotensione
Sintomi della pressione bassa in gravidanza
La pressione bassa in gravidanza può essere asintomatica o causare diversi disturbi, che dipendono dalla gravità dell’ipotensione e dalla sensibilità individuale. I sintomi più comuni sono:
- stanchezza cronica
- vertigini o capogiri
- svenimenti o lipotimie
- nausea o vomito
- visione offuscata o annebbiata
- palpitazioni o tachicardia
- confusione o difficoltà di concentrazione
- mal di testa o cefalea
I sintomi della pressione bassa in gravidanza si manifestano soprattutto quando si cambia bruscamente posizione, ad esempio quando ci si alza dal letto o da una sedia. Questo fenomeno si chiama ipotensione posturale ed è dovuto al fatto che il sangue tende a scendere verso le gambe per effetto della gravità, riducendo la pressione arteriosa a livello cerebrale.
Come misurare la pressione bassa in gravidanza
Per misurare la pressione arteriosa si utilizza uno strumento chiamato sfigmomanometro, che può essere manuale o elettronico. Lo sfigmomanometro è composto da un bracciale gonfiabile che si applica al braccio e da un manometro che registra i valori di pressione.
Per una misurazione corretta della pressione arteriosa in gravidanza si devono seguire alcune regole:
- assumere una posizione comoda e rilassata, sedute o sdraiate
- evitare di fumare, bere caffè o alcolici, fare attività fisica o mangiare nei 30 minuti precedenti la misurazione
- appoggiare il braccio su un piano orizzontale all’altezza del cuore
- posizionare il bracciale a circa 2-3 cm dal gomito
- gonfiare il bracciale fino a sentire il polso scomparire
- sgonfiare lentamente il bracciale e ascoltare i battiti del cuore con uno stetoscopio (se lo sfigmomanometro è manuale) o leggere i valori sul display (se lo sfigmomanometro è elettronico)
- ripetere la misurazione dopo qualche minuto per confermare i valori
La pressione arteriosa in gravidanza va misurata regolarmente, almeno una volta al mese, durante le visite prenatali. In caso di sintomi di ipotensione, si può misurare anche a casa con uno sfigmomanometro elettronico, facile da usare e affidabile.
Rischi della pressione bassa in gravidanza
La pressione bassa in gravidanza di solito non comporta rischi gravi per la salute della mamma e del bambino, se non è associata ad altre patologie o complicazioni. Tuttavia, alcuni studi hanno evidenziato che l’ipotensione in gravidanza può essere correlata a un maggiore rischio di:
- parto prematuro
- ritardo di crescita intrauterina
- basso peso alla nascita
- depressione post-partum
Inoltre, la pressione bassa in gravidanza può causare delle cadute accidentali che possono provocare traumi o lesioni alla mamma o al feto. Per questo motivo, è importante prestare attenzione ai sintomi dell’ipotensione e adottare le opportune precauzioni per evitarli o alleviarli.
Rimedi naturali per la pressione bassa in gravidanza
Se si soffre di pressione bassa in gravidanza e si avvertono i sintomi correlati, è bene consultare il medico per escludere eventuali cause patologiche e ricevere una terapia adeguata. Tuttavia, esistono anche alcuni rimedi naturali che possono aiutare ad alzare la pressione bassa e a prevenire le crisi ipotensive. Tra questi troviamo:
- Bere molta acqua: l’idratazione è fondamentale per mantenere un buon volume di sangue circolante e per compensare le perdite di liquidi dovute al sudore, al vomito o alla diarrea.
- Aggiungere un pizzico di sale ai cibi: il sale favorisce la ritenzione idrica e aumenta la pressione osmotica del sangue. Tuttavia, bisogna evitare gli eccessi di sale, che possono essere dannosi per la salute cardiovascolare.
- Consumare alimenti ricchi di potassio: il potassio è un minerale essenziale per il bilancio idroelettrolitico e per la contrattilità muscolare. Alcuni alimenti ricchi di potassio sono le banane, gli agrumi, gli spinaci, il melone, le patate e i pomodori.
- Assumere integratori di vitamina B12: la vitamina B12 è importante per la produzione di globuli rossi e per il metabolismo energetico. Una carenza di vitamina B12 può causare anemia e ipotensione. Gli integratori di vitamina B12 si possono trovare in farmacia o in erboristeria, ma è sempre bene chiedere il parere del medico prima di assumerli.
- Fare esercizio fisico moderato: l’attività fisica stimola la circolazione sanguigna e rafforza il cuore. Tuttavia, bisogna evitare gli sforzi eccessivi o improvvisi, che possono provocare cali di pressione. Si consiglia di fare esercizi aerobici, come camminare, correre, nuotare o andare in bicicletta, per almeno 30 minuti al giorno, 3-4 volte alla settimana.
- Evitare i cambiamenti bruschi di posizione: quando si passa da una posizione sdraiata o seduta a una posizione in piedi, si può verificare una riduzione della pressione sanguigna dovuta alla gravità. Questo fenomeno si chiama ipotensione posturale e può causare vertigini e svenimenti. Per evitarlo, si consiglia di alzarsi lentamente e con cautela, facendo attenzione a non piegarsi in avanti o indietro.
- Indossare calze elastiche: le calze elastiche esercitano una pressione graduata sulle gambe e favoriscono il ritorno venoso al cuore. Questo aiuta a prevenire l’accumulo di sangue nelle vene delle gambe e a mantenere una pressione arteriosa adeguata.
- Usare erbe e spezie: alcune erbe e spezie hanno proprietà toniche e stimolanti che possono aiutare ad alzare la pressione bassa. Tra queste troviamo:
- La liquirizia: ha un effetto simile al sale, in quanto aumenta la ritenzione idrica e la pressione osmotica del sangue. Si può assumere sotto forma di radice, decotti o infusi, ma con moderazione, perché può causare ritenzione idrica e ipertensione se usata in eccesso.
- Il ginseng: ha un effetto adattogeno, cioè aiuta l’organismo a adattarsi alle situazioni di stress fisico o mentale. Stimola il sistema nervoso simpatico e aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. Si può assumere sotto forma di radice, capsule o estratti liquidi, ma con cautela, perché può interagire con alcuni farmaci o causare effetti collaterali come insonnia, nervosismo o palpitazioni.
- Il rosmarino: ha un effetto vasodilatatore periferico, cioè dilata i vasi sanguigni delle estremità del corpo e migliora la circolazione. Ha anche un effetto antiossidante e antinfiammatorio. Si può assumere sotto forma di foglie, oli essenziali o infusi, ma con attenzione, perché può causare allergie o irritazioni cutanee.