Fermenti lattici in gravidanza: quando e come assumerli

La gravidanza è uno dei momenti più importanti ed emozionanti che una donna possa vivere nel corso della sua vita ma, allo stesso tempo, si tratta di un periodo particolarmente delicato nel quale tutte le future mamme si pongono infinite domande.

In gravidanza l’organismo della donna si adatta a nuovi ritmi fisiologici essendo lo stesso maggiormente esposto a disturbi di varia natura. Anche l’alimentazione subisce dei cambiamenti e, di conseguenza, l’apparato gastrointestinale è il primo a risentirne.

In questo articolo cercheremo di porre attenzione sull’utilizzo dei fermenti lattici durante la gravidanza, spiegando cosa sono e a cosa servono e quali sono i benefici della loro assunzione.

Il microbiota intestinale

L’organismo è popolato da un elevato numero di cellule batteriche, costituenti il microbiota intestinale (anche indicata come flora batterica o microflora intestinale), che si stima addirittura essere superiore al numero delle stesse cellule che lo costituiscono. Le popolazioni residenti che destano maggior interesse sono quelle che sono in grado non soltanto di trarre ma anche di apportare dei benefici e che per tale ragione vengono indicate come probiotici, dal greco “pro-bios” ossia per la vita.

La maggior parte di questi batteri, che appartengono ad oltre 500 specie diverse, si trova nel tratto gastroenterico e, più precisamente, a livello del colon nel lume del quale la popolazione batterica supera di oltre dieci volte quella delle cellule umane. Altro distretto dove i microrganismi probiotici giocano un ruolo essenziale, in particolare nella regolazione e nel mantenimento di un corretto pH, è la vagina. Si tratta perlopiù di batteri Gram positivi anaerobi o anaerobi facoltativi.

Prima della nascita l’intestino è “germ-free”, cioè privo di qualsiasi contaminazione da parte di qualsiasi specie batterica. L’ingresso delle prime specie batteriche comincia immediatamente dopo la nascita, l’allattamento poi contribuirà allo sviluppo del microbiota intestinale, selezionando le specie e fornendo all’organismo le immunoglobuline A secretorie (sIgA) che giocano un ruolo importante all'instaurarsi dei meccanismi di tolleranza orale che permetteranno lo sviluppo e la sopravvivenza delle specie batteriche a livello intestinale.

Che cosa sono i fermenti lattici e a cosa servono?

Punto cruciale per mantenere il benessere generale dell’organismo è che vi sia un giusto equilibrio dell’ecosistema intestinale e la strategia più frequentemente utilizzata a tale scopo è l’utilizzo di probiotici. I probiotici sono microrganismi vivi e vitali in grado di modificare positivamente, ossia di mantenere o ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale. Esistono due tipologie: i probiotici di transito, che dopo aver espletato la loro azione vengono distrutti, e i probiotici stanziali, che vanno a reintegrare la normale flora microbica distrutta in precedenza.

Tra i microrganismi più frequentemente impiegati come probiotici ricordiamo: Lactobacillus acidophilus, Bifidobacterium bifidum, L.sporogense, L.bulgaricus, Streptococcus thermophilus.

Il Lactobacillus acidophilus è il più importante fra i probiotici: nell’intestino tenue promuove l’ambiente ideale per un’appropriata digestione ed assimilazione del cibo. Altro batterio importante è il Bifidobacterium bifidum, presente nel crasso e nel colon di adulti e bambini. Molti dei benefici sono analoghi a quelli del L.acidophilus: infatti, previene la colonizzazione da parte dei batteri e di lieviti, produce acido lattico e acido acetico, determinando l’abbassamento del pH, concorre alla produzione di vitamine del gruppo B, rilascia sostanze ad attività antibiotica.

Molto usato è il lievito Saccharomyces boulardii, che si localizza rapidamente ad alte concentrazioni, aderisce alla cellule dell’epitelio intestinale rimanendo metabolicamente attivo, non permane dopo la sospensione del trattamento e non altera l’ecosistema intestinale. 

L’assunzione dei probiotici si rende necessaria, ed è soprattutto consigliata, sia nell’adulto sia nel bambino al fine di ristabilire l’equilibrio intestinale che può subire alterazioni per varie cause. E durante la gravidanza?

Quali sono i fermenti lattici da assumere in gravidanza e i loro benefici

Nel periodo gestazionale la regolarità intestinale della donna può essere alterata a causa di variazioni che possono insorgere a livello ormonale. Assumere i probiotici durante questi mesi può rivelarsi molto utile.

Molte mamme in attesa sono colpite da stipsi e, spesso, il problema può interessare anche tutto il periodo dell’allattamento. Tale condizione si manifesta con difficoltà di evacuazione e i sintomi più comuni sono gonfiore e dolori all’addome. Al contrario, spesso durante la gravidanza possono presentarsi episodi di diarrea, con ripetute scariche durante il giorno: tutto questo è sempre collegato alle modificazioni ormonali conseguenti alla gestazione e/o all’aumento dell’utero e intestino.

In questi casi l’assunzione dei fermenti lattici è consigliata al fine di supportare l’organismo della donna e di ripristinare la normale funzione intestinale. I benefici che ne derivano sono molteplici, e sono gli stessi rilevati anche durante il periodo di allattamento, in particolare: si rinforza il sistema immunitario, la flora intestinale si ristabilisce e le malattie atopiche risultano in calo.

Numerosi sono gli studi che sono stati condotti sull’efficacia dell’assunzione dei fermenti lattici nel periodo gestazionale e in particolare sull’influenza del tipo di parto, naturale o artificiale, e del tipo di allattamento sulla composizione e lo sviluppo del normale microbiota residente ed è stato evidenziato come il parto naturale e l’allattamento al seno garantiscano la presenza di una corretta popolazione intestinale più del parto cesareo e dell’allattamento artificiale. Inoltre, le stime di efficacia dei probiotici diffuse dalla World Allergy Organization (WAO) decretano che la loro assunzione in gravidanza determina fino a 50% di casi in meno fra i neonati ad alto rischio. A tal proposito le nuove linee guida internazionali raccomandano alla mamma l’utilizzo prima e dopo il parto dei probiotici per ridurre e/o evitare la comparsa di allergie alimentari e limitare sensibilmente durata e manifestazioni di infezioni respiratorie dal nascituro. Ovviamente serve attenzione sulla scelta del “giusto” probiotico, in quanto non tutti agiscono con la medesima efficacia.

I dati a disposizione non sono ancora del tutto omogenei e quindi non si possono dare indicazioni assolute ma, in generale, si può dire che è consigliabile l’assunzione dei probiotici da parte della mamma in attesa di un bambino a rischio di atopia, soprattutto nell’ultimo mese di gravidanza, e il bambino, una volta nato nei suoi sei mesi di vita. Inoltre, va sempre ricordato che i probiotici devono essere utilizzati con cautela soprattutto negli individui ad alto rischio.